“Isculta. Ascolta. Mettiamoci in ascolto”. Questo è ciò che chiede al pubblico Marcella Carboni, ma anche a tutti i musicisti sul palco, sé stessa compresa. La loro musica interagisce con le registrazioni ambientali che appartengono al suo vissuto: suoni con cui connettersi musicalmente, da cui lasciarsi ispirare e qualche volta sovrastare.
Il suono è al centro di questo concerto. L’arpa elettroacustica di Marcella Carboni con il contrabbasso di Paolino Dalla Porta e la batteria di Stefano Bagnoli faranno da colonna sonora sulle tracce ambientali. Ma l’immaginazione sarà ulteriormente stimolata dalle immagini, realizzate dall’eclettico Gianluca Asunis, e manipolate in tempo reale dal poetico live visual designer Simone Memè.
Arpa, contrabbasso, batteria e immagini dialogano con le registrazioni audio di alcuni momenti di vita profondamente legati alla Sardegna, alla personale Sardegna di Marcella Carboni: vento, risacca, feste paesane, campane, riti popolari, respiri e riverberi che appartengono alle memorie dell’isola.
Arpa elettroacustica
Arpista, compositrice, improvvisatrice e didatta. Il jazz contemporaneo di Marcella Carboni è fatto di suono
puro ed elettronica, scrittura e improvvisazione. Oltre alle tappe formative tradizionali, dal diploma in arpa
classica alla laurea in jazz, e allo studio della composizione, sono le collaborazioni artistiche a indirizzare
da subito la sua strada. Nomi di punta della scena europea come Bruno Tommaso, Rosario Giuliani ed
Enrico Intra hanno voluto lavorare con lei, spesso scrivendo composizioni pensate per il suo strumento o
affidandole alcune delle proprie pagine, come è successo con un gigante del jazz come Enrico Pieranunzi.
Se da una parte è stata influenzata dal jazz mainstream, dall’altra le esperienze con Butch Morris, con il
Sonic Genome di Anthony Braxton o con il collettivo di improvvisatori Franco Ferguson hanno contribuito a
sviluppare la sua anima di improvvisatrice radicale. La sua arpa elettroacustica è spesso al centro di
trasmissioni televisive e radiofoniche, come “Piazza Pulita” su La7 con lo scrittore Stefano Massini, “Storie
Mondiali” su Sky Arte/Sky Sport con Federico Buffa, “Radio2 Social Club” con Luca Barbarossa e Virginia
Raffaele. Dal vivo e nelle incisioni, ha fatto parte delle formazioni più varie, dal solo all’orchestra. Se i
progetti più longevi sono con quelli in duo con voci femminili (Francesca Corrias, Elisabetta Antonini), con
l’armonicista Max De Aloe o con il sassofonista Simone Alessandrini, l’ultimo lavoro discografico a suo
nome è “This is not a Harp” con Paolino dalla Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria. Un
omaggio a Magritte, dove realtà e surrealismo trovano i propri analoghi musicali in momenti di scrittura
densa e di improvvisazione radicale, mentre l’arpa nega se stessa e, ancora una volta, va ben oltre
l’immagine stereotipata di strumento angelico per eccellenza. Da sempre in prima linea per l’affermazione
dell’arpa come strumento capace di inserirsi a pieno titolo nell’ambito jazzistico, Marcella Carboni porta
avanti da oltre dieci anni un’intensa attività didattica e divulgativa, portando l’arpa jazz nei conservatori e
nelle scuole d’arpa italiane ed estere. Un’esperienza che nel 2018 è culminata con la pubblicazione del
metodo “JAZZ HARP – A Practical Method” per la casa editrice americana Vanderbilt Music Company,
specializzata in musica per arpa.
Contrabbasso
Paolino Dalla Porta è considerato uno dei più interessanti ed eclettici contrabbassisti della scena jazz
italiana ed europea. Fin dai suoi esordi alla fine degli anni ’70, ha sempre cercato di coniugare vari
linguaggi musicali che fondessero la musica improvvisata e creativa, la musica mediterranea ed etnica alla
tradizione Jazz. In oltre trent’anni di attività è stato promotore e collaboratore di moltissimi gruppi che
grazie alla ricerca di musiche e linguaggi originali hanno contribuito alla creazione di quella che è stata
definita come una vera e propria corrente di Jazz italiano ed europeo: Nexus, Democratic Orchestra
Milano, Ishtar 5tet, Stefano Battaglia Trio, Enrico Rava 4tet, Maurizio Giammarco Trio e 4tet, Elena Ledda,
Antonello Salis 5tet, Grande Orchestra Nazionale, Bebo Ferra – Paolino Dalla Porta Duo, Gianluca Petrella
Indigo 4tet, Paolo Fresu Devil 4tet, Tino Tracanna Acrobats 5tet, Giovanni Falzone Special Band solo per
citarne alcuni. Inoltre ha collaborato ed inciso con moltissimi musicisti internazionali, fra i quali Pat
Metheny, Dave Liebman, Lester Bowie, Paul Bley, Kenny Wheeler, Sam Rivers, Mick Goodrick, Adam
Nussbaum, Michel Petrucciani, Don Cherry, Aldo Romano, Mal Waldrom, Roswell Rudd, George Garzone,
Uri Caine, Bill Stewart, John Abercrombie, Kurt Rosenwinkel, Mark Turner, David Binney, Paul McCandless,
Sainkho Namtchylak, Jeff Ballard, Steven Bernstein, Don Byron, John Tchicai, Avishai Cohen, etc.
La sua discografia comprende oltre centocinquanta titoli, di cui una trentina come autore e coautore. Nel
1994 il suo disco “Tales” con ospite Kenny Wheeler è stato recensito con quattro stelle dalla prestigiosa
rivista americana di jazz “Down Beat”. Insegna contrabbasso jazz al Conservatorio di Piacenza e presso i
Seminari Estivi di Siena Jazz e Nuoro Jazz . Ha tenuto inoltre innumerevoli masterclass e seminari di
strumento, improvvisazione jazz e musica d’insieme in tutta Italia. Nel 2015 è entrato a far parte del
leggendario gruppo americano degli Oregon diretto da Ralph Towner ed oltre ad una intensa attività di free-
lance, attualmente Dalla Porta collabora stabilmente con Paolo Fresu – Devil 4tet, Tino Tracanna –
Acrobats, Bebo Ferra, Giovanni Falzone, Dino Rubino, Zlatko Kaucic e dirige varie formazioni (dal solo al
quintetto), per le quali compone ed arrangia musica originale.
Batteria
Nel 1978, appena quindicenne, inizia la sua attività sviluppando sino ad oggi un curriculum artistico
invidiabile sia per le innumerevoli collaborazioni che per la monumentale discografia.
Tra i tanti artisti internazionali citiamo le collaborazioni con Clark Terry, Harry Sweet Edison, Buddy De
Franco, Johnny Griffin, Tom Harrell, Miroslav Vitous, Joe Lovano, Bob Mintzer, Randy Brecker, Uri Caine e
Gil Goldstein.
Suona stabilmente da anni nei gruppi di Paolo Fresu, Paolo Jannacci, Dado Moroni, Franco Ambrosetti e
Massimo Ranieri.
Talent scout e leader da anni di un proprio trio (Stefano Bagnoli We Kids Trio) con il nobile scopo di
promuovere giovani talenti, da anni sostiene un notevole impegno didattico sia come docente che come
autore di numerosi metodi e dvd sulla batteria Jazz e sulle spazzole, argomento quest’ultimo di cui è un
apprezzato portabandiera in Italia: “Brushman” così come è stato affettivamente definito ormai da anni dalla
comunità batteristica.
Live visuals
Visual designer da oltre 15 anni. Come editor e motion designer ha lavorato sia per clienti privati che per
diverse produzioni realizzando video istituzionali e pubblicitari (Mediaset, Rai, Mercedes, Peugeot,
Endemol Italia, ISTAT, Sportnetwork etc). Come visual artist sono co-fondatore di More*TV*v, gruppo di vj e
videoartisti che lavora per performance audio/video, videomapping e vjing durante dj set. More*TV*v ha
affiancato sia djs e produttori di musica elettronica, sia live bands di generi differenti dando vita a live
performance uniche ed originali. Grazie alla passione condivisa per il cinema d’autore, l’animazione e
l’avanguardia video hanno creato un nuovo linguaggio caratterizzato da una forte carica empatica con le
onde sonore ed il pubblico. Co-fondatore del gruppo Aye Aye – Interactive Experiences con il quale
realizza installazioni video interattive per musei, mostre e privati, occupandosi dell’ideazione e della
realizzazione delle opere. L’esperienza maturata durante i live e l’allenamento all’ascolto gli ha permesso
di acquisire un’ottima capacità di improvvisazione tanto da poter annoverare numerose collaborazioni con
compagnie teatrali e gruppi musicali.
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